Lo studio della ceramica recuperata dallo scavo ha permesso di approfondire la conoscenza delle merci che nel corso dei secoli circolavano a Roma. Tra gli oggetti più significativi ci sono le migliaia di anfore che nei 1300 anni compresi tra l’età arcaica e la fine dell’antichità (VI secolo a.C. – VII secolo d.C.) trasportarono vino, olio, salse da pesce e altre derrate alimentari. L’illustrazione a sinistra mostra il funzionamento di una grande officina che produceva un tipo di anfora da vino, classificata Dressel 2-4, diffusa tra il I secolo a.C. e il II secolo d.C.
Le anfore erano modellate in parti separate e recavano marchi di fabbrica (bolli) che permettono di individuare i loro produttori, veri e propri imprenditori del mondo antico: in questo caso si leggono le lettere LMO. In secondo piano sulla sinistra sono visibili la zona di estrazione dell’argilla e i forni per la cottura delle anfore. Sullo sfondo una villa produttiva, centro operativo dei grandi possedimenti (villae), dai quali provenivano le materie prime per i prodotti destinati all’esportazione.
In posizione intermedia tra l’officina ceramica e i pendii collinari si vede un corso d’acqua, via di comunicazione diretta verso il mare: qui si trovavano i magazzini (horrea) che ospitavano le anfore pronte a essere imbarcate per il trasporto verso i principali luoghi di consumo in tutto l’impero. La pianta del Mediterraneo, sulla parete opposta, mostra quanto fosse ampio il bacino di approvvigionamento della città alla fine del I secolo d.C. I reperti provengono da un unico grande scarico di materiali realizzato per migliorare il drenaggio del terreno e offrono uno spaccato preciso delle diverse provenienze geografiche delle merci.